Prenota il prossimo corso
tel 3351000950
Punture di vespe e api, farmaci, alimenti come arachidi: sono queste alcune delle cause più diffuse di shock anafilattico
(o anafilassi), la più grave tra le reazioni allergiche che, se non affrontata tempestivamente, può anche essere letale
Sebbene, per fortuna, il tasso di mortalità rimanga basso, la frequenza dei ricoveri per anafilassi, indotta in particolare
da cibo e farmaci, è in aumento negli ultimi anni.
L’allergia è una condizione molto comune: si stima che il 15% della popolazione generale soffrirà di qualche tipo di
reazione allergica nel corso della propria vita.
Il sistema immunitario riconosce una sostanza estranea, normalmente innocua (allergene), come se fosse un agente
aggressivo da cui difendersi, scatenando una violenta reazione da ipersensibilità.
La sintomatologia allergica varia a seconda della modalità di esposizione, ma generalmente l’allergia si manifesta con
rinite o rinocongiuntivite, asma, dermatite da contatto, orticaria e/o angioedema, disturbi gastroenterici, come nausea,
vomito, diarrea e malessere generale, ipotensione, perdita di coscienza e nei casi più gravi, shock anafilattico.
Lo shock anafilattico, o anafilassi, quindi è la forma più grave e pericolosa di allergia.
Alla base di questa reazione, come per tutte le allergie, c’è l’interazione tra IgE e allergene, ovvero una sostanza che
in persone predisposte può provocare la produzione di anticorpi, detti IgE.
Questi anticorpi, dopo un primo contatto, si fissano sulla superficie di alcune cellule, i mastociti e i basofili, che contengono
grandi quantità di istamina e di altre sostanze che possono provocare infiammazione.
Quando l’allergene entra per la seconda volta in contatto con l’organismo della persona predisposta, incontrerà le IgE fissate
sulla superficie dei basofili e dei mastociti, causando il rilascio di grandi quantità di istamina e mediatori dell’infiammazione,
responsabili dello shock anafilattico.
coinvolgimento di più apparati, ovvero cute, mucose o entrambe (ad esempio, con orticaria generalizzata, prurito o
vampate, gonfiore di labbra-lingua-ugola), a cui si può associare una compromissione respiratoria (dispnea, respiro
sibilante-broncospasmo, stridore, ipossia) o pressione ridotta e sintomi associati di disfunzione d’organo
(ipotensione, perdita di coscienza, sincope).
I sintomi più frequenti, presenti in più del 90% dei casi, sono sintomi cutanei e delle mucose, seguiti da sintomi che
coinvolgono il sistema respiratorio e cardiovascolare (in più del 50% dei casi).
Meno comunemente possono comparire sintomi gastroenterici, come nausea, vomito, diarrea, crampi addominali.
In genere, questi sintomi sono anticipati da formicolio e senso di calore alla testa, a mani e piedi.
Tra le sostanze che più comunemente possono causare uno shock anafilattico ci sono:
In qualche caso, lo scatenamento della reazione si innesca con la presenza di un cofattore, come esercizio fisico, stress,
infezioni, farmaci antinfiammatori non steroidei e alcol.
In caso di segni di shock anafilattico, la prima cosa da fare è chiedere, immediatamente e senza perdere tempo, un intervento
medico, chiamando il 112 o recandosi in Pronto Soccorso.
Se questo non è possibile o in attesa dei soccorsi, è consigliabile:
far sedere la persona purché con le gambe sollevate;
spesso prescritto a persone con allergie potenzialmente gravi o che hanno già avuto un’anafilassi, consiste in una siringa
con un piccolo ago nascosto che, premuta contro la coscia, inietta una dose di farmaco.
L’uso immediato di un auto-iniettore può rappresentare, in molti casi, un salva-vita.
Altri farmaci utilizzati, sempre su prescrizione medica, per contrastare lo shock anafilattico sono:
da EmergencyLive - Settembre 2022 - Da Cristiano Antonino
La tua email: