Ogni anno, nel mondo, più di 5,4 milioni di persone vengono

morse dai serpenti il loro veleno provoca tra gli 83 mila e i 138

mila decessi. La vipera è l'unico serpente velenoso che vive

in Italia, presente in tutte le regioni eccetto la Sardegna, dove

si può trovare solo una variante acquatica non pericolosa.

I casi di morso di vipera sono rari, circa un centinaio all'anno,

e nessuno di questi è causa diretta di morte. a prima cosa da

sapere è che la vipera non è aggressiva se non viene molestata.

Se disturbata, tende a fuggire e nascondersi, ma può attaccare

se si sente minacciata, ad esempio se viene accidentalmente

calpestata, soprattutto se questo accade nell’erba alta.

Un morso non è per forza sinonimo di inoculazione del veleno,

che è citotossico e non neurotossico, anche se può comunque

causare gravi complicazioni, richiedendo trattamenti d'emergenza

e talvolta portando a necrosi o morte come conseguenze

secondarie.

Come reagire

La vipera è facilmente riconoscibile   grazie alla testa sub-triangolare a

forma di cuore, pupille verticali e coda tozza.

La serpe, invece, ha una testa ovale, pupille rotonde e una coda

sottile e appuntita. Il morso di vipera lascia una o due piccole ferite

puntiformi di circa un millimetro di diametro, mentre il morso di un

serpente innocuo lascia una serie di ferite puntiformi superficiali

disposte ad arco.

Se vieni morso, allontanati dall'animale e non cercare di catturarlo.

Anche se non sei sicuro che si tratti di una vipera, una descrizione

o una foto possono essere utili ai soccorritori.

Cerca di rimanere tranquillo e allerta immediatamente i soccorsi:

il panico, infatti, può causare respiro accelerato, sudorazione,

nausea e batticuore che possono a loro volta essere scambiati

per sintomo del veleno, anche se non lo sono.

 

I primi sintomi

Solo una piccola parte dei morsi provoca avvelenamenti gravi.

I veleni citotossici contengono enzimi che degradano le

proteine, causando necrosi, perdita di sangue, emolisi

e problemi di coagulazione quindi, chi ha già problemi di

coagulazione potrebbe risentirne maggiormente.

In caso di inoculazione di una quantità significativa di veleno,

possono insorgere nausea, capogiri, debolezza e formicolio.

 

Cosa fare in attesa dei soccorsi

Il dolore iniziale può essere lieve e l'area del morso

può diventare rossa.

Se entro un'ora la zona non diventa dolente o gonfia,

probabilmente non è stato iniettato veleno.

Al contrario, potrebbero formarsi vescicole, rossore,

tumefazione e gonfiore. In questo caso non bisogna incidere l

a ferita né succhiare il veleno, poiché queste pratiche

non sono efficaci.

In attesa dei soccorsi è meglio non applicare bendaggi,

lacci o impacchi di ghiaccio: si può sciacqua la ferita con

acqua corrente o disinfettala con acqua ossigenata,

ma non con soluzioni alcoliche.

Può anche essere utile tenere l'arto interessato sotto

il livello del cuore e rimuovi gioielli e indumenti dall'area del

morso, cosa che poi potrebbe diventare difficoltosa in caso

di gonfiore. L’antidoto e le reazioni allergiche

È fondamentale consultare un medico anche in assenza di

sintomi immediati, poiché solo un esperto può determinare

la gravità del morso e la necessità di ulteriori trattamenti.

L'antidoto, contenente immunoglobuline specifiche, può aiutare

l'organismo a contrastare il veleno, ma l'efficacia varia da

caso a caso.

Inoltre, alcuni morsi possono causare reazioni allergiche

sistemiche, come l'anafilassi.

di Noemi Penna